L'orologio perpetuo di Carlo Streizig
L'orologio perpetuo è stato probabilmente costruito intorno al 1817-18 da Carlo Streizig orologiaio austriaco trasferitosi a Verona dove lavorava come “meccanico”, assistente dello Zamboni (1776-1846), nel Gabinetto di Fisica della Reale Accademia delle Scienze.
I primi tentativi dello Streizig di costruire un orologio “perpetuo” utilizzando le pile Zamboni sono del 1814-15.
L'orologio è formato da una base in legno verniciato a forma di T con cinque piedini in ottone di cui tre a viti calanti per la messa in bolla dell'orologio. Sul piano in legno è incastrata una lastra di ottone che funge da appoggio per l'orologio e per le due pile, effettuandone contemporaneamente il collegamento in serie. Le due pile Zamboni hanno la base in ottone e colonne in vetro ricoperte con strato di pece. L'orologio vero e proprio è posto libero al centro della base, su piedistallo in ottone e colonnetta in vetro. Il quadrante a forma di anello, con numerazione da 1 a 12, in cifre romane, è reso solidale alla colonnetta di vetro con un arco di ottone dorato. Esso porta fissato sul retro il meccanismo, ben visibile anche dalla parte anteriore dell'orologio. Il pendolo di tipo composto, tenuto in moto per effetto di attrazione-repulsione elettrostatica, è formato da asta e massa inferiore in ottone; la parte superiore è costituita da una barretta in vetro coperto di gomma-lacca a scopo di isolamento elettrico, terminante con un anello di argento per il contatto con le pile. Il pendolo muove la minuteria tramite una ruota con arpionismo che può marciare in una sola direzione.