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Le cetre a tastiera

Le cetre a tastiera: la spinetta pentagonale, il cembalo e il virginale
Già nel corso del secolo XV varie cetre a pizzico furono modificate mediante l'applicazione della tastiera che si era sviluppata nell'organo. Nella parte posteriore dei tasti vennero poste una o più striscette di legno dette salterelli alla cui estremità era montata una linguetta in cui era inserito un plettro ricavato generalmente da una penna d'uccello. Normalmente il plettro si trovava sotto la corda, dove, spinto in su dalla parte posteriore della leva del tasto, la pizzicava.

La spinetta, il cembalo e il virginale sono quindi strumenti a tastiera, a corde pizzicate.

La spinetta pentagonale (secoli XVI-XVII), della collezione Valdrighi, costruita con il fondo di abete, la tavola armonica e le fasce di cipresso, è priva della “cassa levatora” ossia della custodia lignea, spesso ornata di decorazioni pittoriche o di intagli, che proteggeva lo strumento le cui fasce molto sottili sono soggette a danni meccanici.

Il pregevole cembalo del museo, datato 1741, opera del costruttore modenese Pietro Termanini, faceva parte delle raccolte estensi: infatti, su un inventario del 1772 della camera Ducale Estense, Amministrazione della Casa, guardaroba, conservato nell'Archivio di Stato di Modena, si legge: “... un cembalo da camera con tastiera di bussolo e d'ebano con filetti gialli opera del Signor Pietro Termanini modenese, 1741, ...”

Il piccolo virginale, probabilmente del secolo XVII con una cassa decorata nel secolo XIX, è dotato di una sola corda per ciascuna nota, disposta parallelamente rispetto alla tastiera. Ha la cassa a forma di libro con un dorso in pelle su cui è impressa la scritta dorata Trattato del Contrappunto .Il resto della cassa, incluso l'interno del coperchio, a cui è attaccato un piccolo leggio, è ricoperto di carta marmorizzata. L'origine del termine non è chiaro, ma spesso viene collegata al fatto che lo strumento era suonato di frequente in famiglia e dalle giovani donne.

L'impossibilità di graduare il volume del suono, tuttavia, condusse all'invenzione del pianoforte, uno strumento a tastiera in cui le corde vengono percosse da martelletti permettendo di suonare piano e forte.