La fabbrica Ferrari Moreni
Nel 1836 il conte Giovan Francesco Ferrari Moreni rileva la “Fabbrica della Majolica e Terraglia”, una delle due maggiori manifatture attive a Sassuolo dove, dalla metà del secolo precedente, è concentrata la produzione ceramica del ducato estense. Appartenente ad una delle più importanti famiglie modenesi il conte, oltre a dedicarsi agli studi eruditi e alla raccolta di oggetti antichi, libri, stampe e medaglie, partecipa attivamente all'amministrazione del Comune di Modena come consigliere mentre, presso la corte, ricopre le cariche di Guardia Nobile d'Onore e di Ciambellano. Per risollevare le sorti della fabbrica, oppressa dalla crisi che coinvolge le industrie del ducato non più protette dai diritti di privativa di cui godevano nel Settecento, Ferrari Moreni investe ingenti capitali e rivolge una supplica al duca nella speranza, vana, di recuperare, almeno in parte, gli antichi privilegi. La gestione Ferrari Moreni termina nel 1853 quando il conte, in seguito alla nomina a Podestà di Modena, cede la fabbrica a Giovanni Maria Rubbiani che le darà nuovo impulso e avvierà la fortunata produzione di piastrelle.
La produzione
Ferrari Moreni introduce a fianco delle tradizionali lavorazioni sassolesi la tecnica della terraglia che a quella data è già ampiamente diffusa presso i principali centri ceramici della penisola. La terraglia, costituita da un impasto poroso, nasce in Inghilterra nella prima metà del Settecento dove incontra rapidamente il favore dei mercati e delle manifatture europee che si affrettano ad imitare la produzione inglese. Anche Ferrari Moreni ottiene una terraglia di notevole qualità caratterizzata da un impasto bianco coperto da una vernice brillantissima, leggermente tendente all'avorio, stesa in modo uniforme.
Poiché l'estrema duttilità della pasta permette di modellare forme complesse, decorazioni plastiche rifinite, pareti sottili e lavorazioni ad intreccio, questa tecnica viene riservata ai prodotti più impegnativi e raffinati mentre gli oggetti di uso comune vengono realizzati in maiolica e mezzamaiolica. I materiali esposti offrono un campionario abbastanza vasto delle forme e dei decori delle terraglie Ferrari Moreni, improntate ad un'eleganza contenuta, sottolineata dal candore delle superfici o appena ravvivata da una policromia sobria, giocata su due, tre colori, quando non limitata alla monocromia azzurra su fondo bianco, ispirata ai colori della casa d'Este. Nei motivi decorativi, tra i quali compare lo stemma Ferrari Moreni, ricorrono fasce di fiori, ghirlande, piccoli festoni, paesaggini, ornati a rilievo riproducenti foglie, aquilette, mascheroni e arpie secondo un repertorio che deriva da modelli settecenteschi inglesi già ripresi e diffusi da fabbriche venete.
