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Sezioni

Il sediolo

Il calessino a posto unico, detto anche sediolo, veniva usato sia per le corse al trotto che per il passeggio e vide il suo periodo di maggior diffusione dal Settecento ai primi decenni dell'Ottocento. Il sediolo del Museo Civico di Modena, acquistato nel 1890 da Giovanni Boni che aveva ceduto la raccolta di morsi da cavallo, è completo della predella per il palafreniere e della bardatura originale per il cavallo.

La costruzione del veicolo è attribuita all'intagliatore Antonio Luigi Del Buttero

(S. Secondo di Parma 1765 - Reggio Emilia 1853), presente all'Esposizione Triennale modenese del 1844 presso l'Accademia Atestina e noto per aver lavorato per la Corte estense.

L'elegante struttura, in faggio, è arricchita da una preziosa decorazione ad intaglio con motivi di ispirazione neoclassica che suggerisce una datazione tra la fine del secolo XVIII e i primi decenni del XIX.

Proprio la ricca decorazione intagliata e dorata, oltre che la presenza della predella destinata al palafreniere, fanno pensare che questo sediolo fosse destinato non tanto alle corse, ma alle passeggiate o a funzioni di rappresentanza. La stessa conformazione della seduta sembra avvalorare questa ipotesi: sotto il cuscino infatti, chiuso da un'assicella scorrevole, si trova un vano in cui è possibile depositare oggetti di modeste dimensioni, che può quindi risultare utile in un veicolo da diporto.

Tra l'altro, il Valdrighi, nel suo Dizionario storico-etimologico delle contrade e spazi pubblici di Modena (1880), racconta come sin dall'inizio del Settecento buona parte del perimetro murario della città fosse praticabile in carrozza e vi si svolgesse il passeggio.

Nel Museo Civico di Piacenza, inoltre, è presente un sediolo della fine del XVIII secolo utilizzato nelle corse che reca il marchio della ditta "Simonazzi Remigio in Modena". La paternità modenese di questo sediolo, testimonia la passione cittadina per le competizioni ippiche già documentate nel Seicento.