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Antonio Apparuti e i suoi ottoni

Antonio Apparuti (Modena 1797 – 1844), figlio di un portiere della Comunità, inizia l'attività come armaiolo dimostrando una notevole perizia, come documenta l'Archibuso da valle, firmato e datato 1825, conservato nella raccolta di armi. Dal 1831 si dedica alla fabbricazione di strumenti musicali a fiato in ottone. Dalla sua bottega escono strumenti sempre aggiornati sulle modifiche che in quel tempo vengono apportate agli ottoni per mettere a punto il sistema di pistoni (sostitutivo dell'antico meccanismo a chiavi). Inoltre, Apparuti arricchisce le innovazioni con perfezionamenti propri – come la variante nei pistoni del tipo Schubventil – ottenendo così strumenti molto apprezzati e ricercati ben oltre i confini del ducato modenese sia per l'eccellente qualità del suono, sia per la pronta risposta dei meccanismi. Gli strumenti conservati nella raccolta mostrano anche alcuni eleganti dettagli decorativi, come il piccolo drago del Trombone tenore, il motivo della foglia che compare sia nel Flicorno basso grave, che nel Corno a pistoni, e i fregi che profilano l'orlo dei padiglioni dove corre l'iscrizione: “Fab. D'Ant. Apparuti, Modena”.

Purtroppo all'abilità dell'artefice non corrisponde la fortuna dell'imprenditore. Nel 1849, infatti, a pochi anni dalla sua morte, a causa della schiacciante concorrenza viennese, la ditta è costretta a ripiegare sulla fabbricazione di bilance e stadere.